venerdì 4 febbraio 2011

Il discorso del Re

Penso che costruire un film incentrato sulla balbuzie di un uomo sia stata una scelta rischiosa e al contempo coraggiosa che, in questo caso, ha ripagato ampiamente la scelta dello sceneggiatore.
a onor del vero bisogna anche dire che il protagonista della storia non era certo una persona qualsiasi, ma Albert Duca di York, figlio di Giorgio V d'Inghilterra e futuro Re egli stesso.
Questo escamotage ha permesso non solo di raccontare il dramma nell'aspetto privato, che riguarderebbe chiunque ne soffra, ma di estenderlo ad una figura di rilevante importanza storica, trattando quindi non solo il tema nella sua umana complessità, bensì calando il racconto nella difficile epoca in cui si svolgono i fatti, epoca di grandi cambiamenti e di grandi sconvolgimenti continentali che avrebbero portato all'avvento della dominazione europea del nazifascismo, sfociando poi in quella che sarebbe diventata la 2° guerra mondiale.

Albert secondogenito del re che fin dall'infanzia rimane schiacciato dalla prorompente personalità del fratello maggiore, da un padre anaffettivo e dall'estrema rigidità del protocollo di corte, ma che nonostante la sua sofferenza vediamo trasformarsi da adulto in un buon marito e in un padre amorevole per le sue 2 figlie, Elisabeth  (l'attuale Regina) e Margareth.
La sua condizione di fratello minore lo aveva portato suo malgrado a convivere e a rassegnarsi alla balbuzie, certo di non dover mai assumere un ruolo pubblico rilevante, seppur passando da uno specialista all'altro nella speranza di guarirne incamerando però solo cocenti delusioni.
Le cose cambiano drasticamente quando il padre muore e soprattutto quando il fratello succedutogli decide di abdicare per sposare un americana divorziata, matrimonio vietato anche per un Re che deve sempre e comunque sottostare alle antiche regole feudali.
Qui interviene l'operato dell'altro grande protagonista di questa storia, un australiano che con le sue innovative tecniche di logopedia e una spiccata umanità riuscirà ad infondere al Re la fiducia in se stesso per sconfiggere le paure del bambino e per fargli accettare le grandi responsabilità dell'uomo, fino a permettergli di parlare scioltamente alla radio davanti a tutta la nazione in ascolto e a pronunciare quel pesante e delicato discorso in cui doveva spiegare i motivi della scesa in guerra dell'Inghilterra e in cui al contempo doveva infondere coraggio non solo alle migliaia di soldati che di li a poco sarebbero partiti per il fronte, ma alla popolazione intera.
Un film notevole in cui tutto è perfetto, la storia, la scenografia, i costumi e la meravigliosa recitazione degli attori protagonisti, ricca di mille sfaccettature e in grado di sposarsi sia ai momenti più seri e drammatici, sia ai tempi leggeri con quello straordinario british humor nel quale questo film è garbatamente immerso.
Molto divertente è, per fare un piccolo esempio, la scena in cui la moglie di Albert (la futura vecchia babbiona degli anni '90) per sdrammatizzare uno dei tanti attimi di sconforto del marito gli confessa di averlo sposato al secondo tentativo, nonostante la certezza del bell'aspetto e del buon cuore, solo perché insofferente alla vita di corte che avrebbe dovuto sopportare, ma che poi si era detta che con quella sua balbuzie li avrebbero lasciati in pace.
Se proprio devo trovare un piccolo difetto, questa volta a malincuore debbo dare una piccola insufficienza al doppiatore di Colin Firth che interpreta il Re, non per la totalità del suo doppiaggio, ma purtroppo proprio nelle parti in cui doveva far risaltare la difficoltà della balbuzie, ecco in queste non mi è sembrato all'altezza, non ho percepito il tipico intercalare, ma piuttosto una pallida imitazione.
Tutto il resto è veramente superlativo, un film da vedere assolutamente, un film che fa ridere e comuovere in egual misura, in una parola un film da Oscar.
Voto: 10                

4 commenti:

  1. Gran bel film, concordo in pieno, con una triade di attori protagonisti fra i quali non saprei davvero dire chi spicca di piu'.
    Da appassionata di Harry Potter, pero', come non citare anche re Giorgio V-Silente e Winston Churchill-Peter Minus? :-)
    Un aspetto - sicuramente marginale e un po' da psycho, lo ammetto - che mi ha colpita tantissimo e'...l'attenzione del regista alla TAPPEZZERIA! Ma che spettacolo era il muro scrostato dello studio di Lionel? Sara' che mi piace da pazzi fotografare il soggetto in un angolo (ed era pieno di inquadrature di Colin Firth laterale rispetto al muro che occupava la maggior parte dello schermo) con sfondo pastello, ma quel muro era una meraviglia per gli occhi. Notevole anche il muro arancione a ventagli a casa di Lionel, cosi' come quello azzurrino sfumato. Mah...saro' malata...pero' ho trovato geniale quest'attenzione ai colori!

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  2. si vede che hai l'occhio clinico della fotografa, avevo notato anche io la tappezzeria dell'ufficio, ma tutte le altre sfumature assolutamente no, complimenti saresti una buona detective.

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  3. Il versamento lo faccio sul solito conto corrente?

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